La banana di Dany Alves – Scimmia chi legge

Qualche giorno fa, un simpatico fruttivendolo tifoso del Villareal ha deciso di fare un gradito omaggio a Dani Alves mentre batteva un calcio d’angolo.

Ah, finalmente la merenda“, ha pensato lui mangiando con gusto.

dani alves mangia banana

Subito reggiseni e mutande sul palco  di Dani Alves che con estrema badasseria ha mangiato una banana: da l’altro ieri Martin Luther King je spiccia casa.

Io sono riuscito a pensare soltanto a questo (cliccate sulla foto):

 

leone di lernia

Evidentemente, sono una brutta persona.

Quasi in tempo reale l’azzeccatissimo hashtag #somostodosmacacos (#siamotuttiscimmie) ha fatto il giro del mondo con tanto di magliette a tema vendute in Brasile.

Tutti i vip da Social Network sono stati immediatamente avvisati dai loro Social Media Santa Littel Helper e hanno fatto a gara per far vedere che il potassio è trendy…

renzi-prandelli

… quelli che purtroppo non sono riusciti ad adeguarsi in tempo reale hanno dovuto buttarla sul radical chic alla si può essere leader sia in positivo che in negativo

facebook lucarelli

e qualcun altro non è che avesse capito bene la situazione, ma le banane “fanno bene alla pelle, fanno bene ai capelli, ma se te le magni è mejo

balotelli

Nessuno ha potuto fare a meno di commentare. Sicuramente anche i vostri amici con modalità più o meno condivisibili.

 

facebook

 

Oramai ci sono obblighi sociali tipo il buongiorno e il permesso e obblighi social come la banana di Dani Alves. Io stesso sto qui che ne parlo.

I Social Network accorciano il mondo e lo rendono condivisibile. Hanno trasformato la rete in un mastodontico Maurizio Costanzo Show dove tutti possono parlare di tutto con tutti gli altri. Il web è diventato il mondo vero e quindi ci sono gli opinion leader che muovono i cuori di tutti gli altri pecoroni mentre quelli che si credono pecoronimeno fanno finta di tirarsi fuori dai discorsi, ma alla fine sono solo i pecoroni di qualcos’altro. (Tutto chiaro, no?)

Ci sono persone di media intelligenza – con tette che scrivono bei libri (cit.) come la Lucarelli o con libri letti solo da chi porta le tette come Fabio Volo – che grazie ai Social sono ogni giorno e tutto il giorno sulla cresta dell’onda. Non sono persone cattive, non sono persone buone. Siamo noi  che diamo loro importanza e facciamo a gara per commentare o criticare i loro status. Sono le divinità del 2014 che dispensano felicità quotidiana con un “mi piace” su un nostro post o condividendo con noi gli eventi di una vita che vorremmo vivere al posto loro.

Tutta questa storia di Dani Alves è stata probabilmente architettata a tavolino da un’importante agenzia di comunicazione. La scusa di un messaggio positivo nasconde una realtà ben peggiore di quella di un tifoso idiota che la mattina esce di casa per andare allo stadio e si porta dietro una banana per gettarla a un uomo: siamo tutti scimmie. Sul serio e senza hashtag.

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Nacqui. Sto vivendo. Morirò.

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